Salvador Dalì, il celebre pittore surrealista, è nato il 11 maggio 1904 a Figueres, in Catalogna, Spagna. Voglio raccontarvi un aspetto affascinante della sua vita che ha avuto un profondo impatto sulla sua arte e sulla sua psiche.
Dalì aveva un fratello maggiore di nome Salvador, che era nato l’8 ottobre 1901. Purtroppo, il fratello maggiore è morto a causa di infezione respiratoria nove mesi prima della nascita di Dalì.
Questo evento tragico abbia plasmato la sua psicopatologia e il suo genio creativo.
La morte di un bambino è sempre un grande trauma a livello famigliare e genealogico.
Ho studiato per diversi anni gli alberi genealogici interessandomi all’impatto che hanno i traumi famigliari sulle generazioni successive tanto che la mia tesi di laurea si è concentrata su “L’eredità transgenerazionale dei traumi e psicopatologia” e posso dire che le esperienze delle generazioni passate possono influenzare le generazioni successive, determinando non solo la nostra psiche ma spesso anche le nostre scelte di vita.
La straordinaria arte di Salvador Dalì, caratterizzata da immagini oniriche e surreali, è stata una finestra sulla sua psiche profonda. La sua pittura ha esplorato desideri e paure interiori, offrendoci un viaggio nella sua mente creativa e complessa.
Conoscere la propria storia famigliare può aiutare a vedere da dove derivano certe dinamiche della nostra vita ed è solo un primo passo verso la consapevolezza e la guarigione.
Il fratello defunto di Salvador Dalì sia diventato una sorta di “fantasma” presente nel suo lavoro artistico el’incorporazione di questa figura è stata una forma di espressione e catarsi per Dalì, permettendogli di affrontare il suo passato e le emozioni profonde associate alla perdita.
la sua arte sia stata una forma di auto-esplorazione e rivelazione, consentendogli di trasmettere emozioni complesse e profonde ai suoi spettatori.
Nel campo della psicogenealogia, l’analisi dell’impatto del fratello morto sulla vita di Dalì aiuta a comprendere meglio la sua arte e la complessità della sua personalità e in qualche modo la sua arte è stata per lui un processo di autoguarigione
P.S.
La seconda foto è un mio autoscatto durante il percorso di “Self Portrait Experience”