ALBERO GENEALOGICO
INTERPRETARE
E TRASFORMARE

ALBERO GENEALOGICO
INTERPRETARE E TRASFORMARE

L’albero genealogico è la rappresentazione grafica della storia individuale, di “chi siamo e da dove veniamo”.

Ricostruire il proprio albero genealogico è un viaggio affascinante, è un racconto, una narrazione.

Parla delle nostre radici, del passato ed anche del nostro futuro ma la lettura riguarda sempre il momento presente,
il momento in cui la si fa.

Se ricostruire la propria storia famigliare è la ricerca di tanti tasselli che man mano si ricompongono e la trascrizione di nomi, date e luoghi, può diventare un esercizio fine se stesso, nel lavoro che svolgo diventa un vero strumento di fronte al quale la persona coinvolta può provare emozioni molto forti.

Ci si rende conto di far parte di un sistema.

È possibile individuare quali sono i legami con un avo e aiuta comprendere che quello che viene impropriamente chiamato destino potrebbe essere una sorta di “eredità genealogica” che non riguarda solo il colore degli occhi o della pelle ma anche le scelte di vita professionali, relazionali ed anche di eventi traumatici che si ripetono di generazione in generazione.

Per lavorare con l’albero genealogico non è indispensabile essere a conoscenza di tutta la genealogia, anche se andare alla ricerca delle proprie radici è sicuramente un viaggio appassionante, si fa con ciò che si ha, si può lavorare anche se si hanno a disposizioni poche informazioni e ricordi frammentati. Sono importanti anche i vuoti. Ad esempio, possono esserci tante informazioni riguardanti il ramo materno mentre quello paterno è spoglio e si può lavorare proprio su questi aspetti.

A volte bastano pochi elementi per individuare il collegamento con un evento occorso nel proprio ramo paterno o materno per iniziare a comprendere in profondità e trasformare una dinamica che ci assilla nella vita attuale.

L’albero genealogico nel lavoro che svolgo non è un grafico sterile e immutabile, come una pianta è vivo, può crescere e arricchirsi nel tempo e soprattutto attraverso un approccio creativo, aiuta nell’evoluzione personale.

Posso aiutarti a farti riconnettere con i tuoi avi e a dialogare con loro, riscrivendo la percezione che è stata tramandata dalla famiglia di origine e che si è cristallizzata. L’albero genealogico è qualcosa di vivo che si trasforma e che trasforma.

Ho subìto il fascino delle storie di famiglia fin da bambina, mi piaceva ascoltare i racconti dei miei genitori, il bisnonno
paterno ricco possidente che dopo aver perso, in una notte, tutti suoi averi al gioco partì con due suoi figli in Brasile e quelli materni emigrati a New York, entrambi a cercare fortuna, il trisavolo abbandonato e cresciuto in orfanatrofio che
si supponeva figlio biologico di un generale tedesco, il figlio pazzo di una zia tenuto nascosto in casa, il nonno
(quello emigrato in Brasile) bello e povero innamorato di una nobile ricca, già promessa sposa che rapì a cavallo e poi
costretto a ritornare in Italia per paura di essere ucciso dalla famiglia di lei… questi e altri personaggi, diventavano come protagonisti di racconti fantastici, di film avventurosi e di volta in volta si arricchivano di particolari.
Mia madre che ad ogni nascita in famiglia faceva notare che, poco prima, era morto qualcuno e che le storie delle vite di ognuno di noi in qualche modo potevano assomigliare a quelle dei parenti defunti.

Ed io crescendo ho sempre mantenuto vivo questo interesse, per lo studio della genealogia, dapprima proprio intervistando chi deteneva la memoria storica della famiglia, le anziane zie, i nonni a cui piaceva raccontare, poi attraverso una ricerca negli archivi dell’anagrafe, nei registri degli emigrati. La scoperta delle Costellazioni familiari alla fine degli anni novanta è stata per me fondamentale per comprendere una dinamica ricorrente nella mia vita che mi tormentava e che io catalogavo come qualcosa da cui ero posseduta senza riuscire razionalmente ad uscirne. Da quel momento, pur essendo passato
diverso tempo prima di riuscire a risolvere questo conflitto interno, non ho più smesso di studiare la psicogenealogia di Anne Ancelin Schutzenberger e Anastasia Miszczyszyn oltre a partecipare e organizzare per diversi costellatori sessioni di costellazioni famigliari.

Quando nel 2009 sono venuta in contatto con Cristòbal Jodorowsky e organizzai, come collaboratrice del suo assistente
il primo, per me, evento sulla Psicogenealogia, in seguito evoluta in Metagenealogia è stata per me una folgorazione vera
e propria. È stato infatti da quel momento che è iniziato un lento quanto ineluttabile processo di guarigione.